La e-fattura, o fattura elettronica, che è diventata un obbligo a partire dal 1 gennaio 2019, non cessa di creare problemi pratici ma anche qualche dubbio che concerne la sua liceità.
Uno dei maggiori dubbi che gravita attorno alla fattura elettronica è senza dubbio quello del rispetto della privacy.
Le problematiche sono state mosse dal Garante della Privacy, il quale ha rilevato alcuni punti critici che riguardano la e-fattura, ad esempio il fatto che le fatture contengono molti dati di dettaglio. Ad esempio le fatture descrivono abitudini di consumo, rapporti fra i due soggetti che si interfacciano, informazioni e dati obbligatori. Con la fattura elettronica, però, questi dati saranno evidentemente meno protetti, e il Garante della Privacy ha rilevato che l’Agenzia delle Entrate non ha disposto nessuna misura per rispettare la riservatezza e la tutela dei dati contenuti nelle e-fatture.
Le e-fatture, continua a rilevare il Garante, sono inoltre disponibili ai consumatori sul portale dell’Agenzia. Un altro aspetto che di certo non aiuta a considerare rispettata la riservatezza dei titolari di partita IVA, e che aumenta i rischi per i diritti e le libertà dei privati. Inoltre c’è sempre il rischio della raccolta e dell’uso improprio di dati anche molto sensibili e delle informazioni commerciali.
Le lamentele di CLAAI: a rischio dati sensibili e commerciali
Non solo: il Garante della Privacy non sarebbe neppure stato avvertito e coinvolto nella progettazione della fattura elettronica, il che sarebbe stato utile per predisporre un compromesso ed una migliore tutela dei dati personali che sono indicati nelle fatture.
Ai rilievi del Garante della Privacy si sono aggiunti anche quelli della Confederazione dei Liberi Artigiani, o CLAAI, che in un comunicato stampa ha sostenuto che la disciplina della fattura elettronica così come impostata metta a rischio i dati commerciali/industriali e la vita privata di chi usa la e-fattura.
Infatti con la fattura elettronica l’Agenzia delle Entrate sa, in ogni istante, ogni dettaglio dell’operazione di cessione di beni o prestazioni di servizi. Questo non è accettabile, secondo la CLAAI, in un’epoca nella quale sono ricorrenti gli scandali sull’accumulo ed uso illegale di dati personali ed informazioni sensibili.
Cosa chiede il Garante della Privacy
Il Garante della Privacy richiede quindi che vengano predisposte delle tecniche migliori per rispettare la normativa della protezione dei dati personali nel corso della filiera. Il ruolo degli intermediari nel trattamento dei dati personali nell’ambito della fattura elettronica, secondo il Garante, non è affatto chiaro. Il rischio dell’uso improprio dei dati invece è molto alto: il Garante ha anche segnalato, ad esempio, che i legali di trasmissione delle e-fatture non sono garanzia di tutela dei dati personali. Il file XML della fattura, ad esempio, non è cifrato.
Nonostante questi dibattiti siano in corso, però, dal 1 gennaio 2019 l’e-fattura è legge. Rimangono dei grossi dubbi sulla liceità della raccolta e consultazione dei dati, dubbi sui quali si attende un ulteriore intervento e sollecito del Garante della Privacy.