Il mondo del lavoro ha conosciuto negli ultimi anni dei mutamenti che ne hanno profondamente cambiato la forma. I contesti culturali dell’epoca contemporanea hanno fatto sì che il lavoro venga considerato sempre meno come un’esperienza stabile e definitiva della propria vita: l’epoca del posto fisso infatti è divenuta più che altro un miraggio.
Non solo esistono poche garanzie in Italia per ottenere un ‘posto fisso’ e mantenerlo per tutta la vita, ma sono cambiate anche le aspettative di molti giovani che di conseguenza sono sempre più abituati a vedere il lavoro come un insieme di progetti legati alla crescita professionale e personale. Qualora un lavoro da dipendente non dovesse offrire, oltre alle garanzie di stabilità, anche una crescita lavorativa, mancherebbero le leve sia emotive sia professionali per potervi rimanere. Sempre più infatti sono le persone che scelgono di intraprendere un percorso professionale autonomo, tanto che il popolo delle partite iva, formatosi un po’ per scelta un po’ per obbligo e sicuramente per una commissione di entrambi i fattori, è divenuto in Italia sempre più numeroso.
Sono soprattutto le professioni più moderne, specialmente chi lavora in ambito web, a proporsi come professionisti con regime di lavoratore autonomo. Ciò non stupisce se si considera la moltitudine di piccoli imprenditori o attività che si rivolgono a un lavoratore freelance per la gestione della propria presenza sui social media, oppure per la creazione e l’aggiornamento dei contenuti presenti sul proprio sito. Questo tipo di figure non possono trovare una collocazione stabile se non nelle agenzie di comunicazione o nelle aziende più grandi, ecco quindi spiegato il perché molti professionisti del web lavorano con regime di partita Iva.
Aprire una partita iva comporta sicuramente un maggiore senso di libertà, soprattutto per chi è reduce da un’esperienza come lavoratore dipendente che non ha prodotto risultati soddisfacenti, ma può comportare alcuni rischi legati ovviamente alla dimensione imprenditoriale, che devono necessariamente essere presi in considerazione prima di procedere con l’apertura di questo nuovo regime fiscale.
Essere il capo di se stessi non sempre è facile: il senso di libertà che accompagna l’apertura di una partita Iva non equivale a un minore livello di stress. Aprire la partita iva richiede infatti una gran dose di disciplina per poter garantire di lavorare rispettando le scadenze senza qualcuno che controlla costantemente il nostro operato. Inoltre, richiede anche molta flessibilità, in quanto spesso può capitare di dover lavorare durante il fine settimana per poter garantire la conclusione di un progetto difficile. Infine, alcuni aspetti come quelli legati alla gestione e alla copertura della malattia e alla contribuzione sono più complessi di coloro che li affrontano con un contratto da dipendente.
Per creare la propria partita iva è necessario affidarsi ad un commercialista di fiducia che possa guidare soprattutto nel compiere i primi passi di questa nuova avventura. Un regime di partita Iva risulta particolarmente vantaggioso per coloro che hanno meno di 35 anni in quanto consente di approfittare del cosiddetto regime dei minimi, che garantisce un prelievo fiscale minore. Il regime dei minimi rimane in vigore fino al suo scadere naturale (i 35 anni di età), mentre il regime forfettario, noto anche con il nome di partita IVA agevolata, è perfetto per tutti coloro che non arrivano a superare compensi per una cifra pari a 50.000 € nel caso di artigiani e fino a 30.000 € nel caso dei professionisti (almeno fino ad ora, nel 2019 è previsto un aumento di tali limiti).
Per quanto riguarda la contribuzione, tutti i lavoratori autonomi che percepiscono dei compensi superiori ai €5.000 all’anno – la fascia entro la quale si rientra invece nella collaborazione occasionale – devono iscriversi alla gestione separata, che è in sostanza un fondo pensionistico per i liberi professionisti.
Infine, uno degli aspetti che si tende a prendere meno in considerazione nel momento in cui si apre la partita iva è quello relazionale: non sempre risulta semplice affrontare da soli i propri clienti e contemporaneamente promuoversi per ottenere sempre nuovi clienti. Ecco perché rete con alcuni professionisti che lavorano nel proprio settore o in settori complementari aiuta ad espandere la tipologia di progetti che si possono prendere in carico.
Inoltre, da un punto di vista strettamente relazionale, intrecciare rapporti e creare una rete fitta di professionisti aiuta a sentirsi meno soli nei confronti del cliente e a fare maggiormente gruppo, un aspetto che influisce in maniera positiva sulla percezione del proprio lavoro. Per crearsi una rete di contatti valida e che conduca a possibili opportunità lavorative, è importante partecipare agli eventi di networking, dove conoscere altri addetti ai lavori.
Il consiglio più che si è rivelato più efficace per esperienza diretta è quello di testare anzitutto il proprio potenziale portafoglio clienti, in modo da avere perlomeno una base che consenta la sussistenza. Quest’ultima deve comprendere sicuramente il poter pagare tutte le proprie tasse e sostenersi, anche se magari con un tenore di vita che nei primi anni dopo l’apertura della partita iva potrebbe essere leggermente inferiore rispetto ai propri coetanei con lavori dipendenti con contratto a tempo indeterminato.
Eppure, come tutte le sfide che comportano una dimensione di rischio, la partiva iva può essere il primo passo per dare il via a un progetto imprenditoriale autonomo che nel lungo termine garantisca grandi soddisfazioni.